Note di Stile
Appartarsi ad una festa: sì o no?
Rispondiamo volentieri ad un quesito che ci viene posto da più parti: in una riunione, in una festa, ad un pranzo,
è lecito che due ospiti stranieri parlino nella loro lingua?
Chiariamo subito che, se il tutto si limita ad un breve scambio di convenevoli, è ampiamente consentito. Ad uno
straniero, obbligato a pensare e parlare in una lingua non sua, si allarga il cuore quando incontra un connazionale.
Gli sembra di tornare indietro nel tempo e nello spazio: nella sua terra. Ma il tutto veramente si deve limitare a poche frasi
perché altrimenti chi è vicino minimamente si sente escluso dalla conversazione ma può arrivare anche a
pensare che vengano riportate opinioni negative sulle persone presenti o su fatti delicati o che vengano architettati
chissà quali piani.
Non ci dobbiamo mai dimenticare, e questa è una regola che vale per tutti, che il rispetto degli altri è la molla
di qualsiasi nostra azione.
Così se non va bene che si appartino due stranieri e che continuino a comunicare nella loro lingua, non è bello
neanche che due parlottino a lungo tra di loro o che ci si parli nell'orecchio. Sono, questi, tutti gesti che tendono a creare distanza.
Naturalmente queste considerazioni valgono quando ci si riunisce in pochi. Nelle feste con numerosi invitati è quasi
normale che si creino gruppetti. La disposizione dei posti a sedere in ordine sparso frammenta la comitiva ma in genere
nessuno fa caso ai gruppetti e tanto meno si sente escluso.
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Autore: Loretta Sebastiani
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