Note di alimentazione
E ora ... come la mettiamo con le pentole di teflon?
Note sull’alimentazione e non solo ...
Esploriamo il mondo delle pentole realizzate con materiali alternativi: acciaio inossidabile, alluminio, rame, ferro, terracotta, pirex e porcellana.
La notizia è di quelle che allarmano subito. Ma è proprio vero che le pentole di Teflon, tanto per intenderci quelle antiaderenti, sono pericolose per la salute? le dobbiamo eliminare? e come le sostituiamo visto che sono ormai da molti anni un prezioso aiuto in cucina?
Cominciamo dai fatti. L'EPA (l'agenzia per la protezione ambientale statunitense) ha chiesto alle multinazionali produttrici di Pfoa (acido perfluoroctanoico) di ridurre del 95% entro il 2010 emissioni e livelli e di procedere alla loro eliminazione entro il 2015.
Con il Pfoa vengono prodotti i rivestimenti delle pentole antiaderenti (Teflon) e molto altro ancora; la sostanza infatti si trova ad esempio nei:
- - tessuti di arredamento e abbigliamento
- - farmaci
- - schiume antincendio
- - lubrificanti
- - adesivi
- - cosmetici
- - insetticidi
- - rivestimenti per tappeti
- - mobili
- - valvole cardiache
- - scatole per la pizza
- - buste dei pop-corn per i forni a microonde
- - industria aerospaziale
Quali sono le ditte coinvolte negli USA? Prima di tutto la Dupont, principale produttrice della molecola scoperta nel 1946, e poi la 3M e altre 6
grosse imprese tra cui la Ciba Specialty Chemicals e la Solvay Solexis.
Non è una novità sentire dubbi e paure su questa molecola. È dell’anno scorso la notizia che la Dupont ha pagato
un rimborso di 85 milioni di dollari agli abitanti dell’Ohio e della West Virginia che le avevano fatto causa. Residui del Pfoa erano
stati trovati nell’approvvigionamento idrico di un impianto della West Virginia. In dicembre la stessa Dupont aveva accettato di pagare
una multa da 16 milioni di dollari per aver nascosto dati sulla tossicità del Pfoa per oltre venti anni.
Il Teflon è una polvere bianca, derivata dal fluoro, che galleggia sull'acqua, non può essere sciolta da alcun solvente ed è
resistente a qualsiasi sostanza chimica. Per le sue caratteristiche - non conduce elettricità, non è infiammabile e resiste al calore
di 300°C - viene utilizzato in diversi campi. Un nuovo impiego è nel campo dell'abbigliamento: le fibre, impregnate di Teflon, diventano
infatti completamente impermeabili e resistono a usura e macchie. Attualmente uno dei dubbi più grossi è la resistenza al calore:
qualche ricercatore suppone che questa resistenza sia più bassa, intorno ai 200°C, temperatura alla quale frigge l’olio.
Ma qual è lo stato della ricerca sugli effetti che questa molecola può avere? La Dupont (per quello che possono valere le sue asserzioni
visto che è la principale produttrice) afferma che i suoi studi e quelli di ricercatori indipendenti mostrano come le pentole e altri prodotti fatti
con questo materiale sono innocui. La 3M ha invece pubblicato i risultati di ricerche condotte nei topi. Elevati livelli di esposizione al composto possono
causare problemi ai reni e agli organi riproduttivi. E nell’uomo? Non esistono studi di settore ma l’EPA fa sapere che la sostanza può
rimanere nel corpo umano fino a 4 anni e si ripromette di analizzare la situazione al meglio. Nel frattempo si viene a sapere che la molecola è
presente nel sangue degli americani nel 95% dei casi.
E noi consumatori nel frattempo cosa possiamo fare? In questa come in altre circostanze vale il principio di precauzione. Cerchiamo di limitare l’uso
di questi oggetti fino a quando la scienza, ma quella seria, farà chiarezza assoluta. Accantoniamo per il momento le pentole con il fondo antiaderente,
di Teflon, e torniamo a materiali più sicuri.
Tra parentesi una curiosità: ma da dove deriva il termine Teflon? È stato il soprannome di un presidente americano (Ronald Reagan) e di un padrino della mafia (John Gotti) entrambi personaggi a cui nessuna accusa restava attaccata.
Di seguito proponiamo un confronto tra i principali materiali che sono stati e vengono utilizzati in cucina. I cuochi sanno bene che molti piatti vengono molto meglio se si utilizza la pentola giusta. Ma per ognuno di essi abbiamo voluto aggiungere anche gli aspetti negativi per un’informazione più corretta e per potersi così orientare meglio nella scelta.
Tipo di materiale |
Pregi |
Difetti |
Acciaio inossidabile |
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Alluminio |
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Ferro |
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Rame (rivestito internamente in acciaio o stagno) |
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Terracotta |
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Pirex e porcellana |
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La tabella è già abbastanza indicativa ma per una maggiore precisione vi elenchiamo l'utensile ideale per le preparazioni più frequenti in cucina e per cui per anni abbiamo preferito il Teflon per la sua leggerezza, le capacità antiaderenti, l'economicità (ma bisogna comunque considerare che sono da sostituire frequentemente non appena si graffiano) e la facilità di pulizia.
Per preparare vivande che richiedono fuoco molto vivo, per le omelette, le uova, le frittate |
Padella lionese in ferro pesante |
Per le crêpe |
Padella in ferro |
Per friggere |
Padella in ferro |
Per saltare ortaggi e paste alimentari |
Sauteuse in alluminio |
Per cucinare al forno |
Rostiera in alluminio pesante, teglie in acciaio oppure in ferro per le pizze. |
Per gratinare |
Porcellana |
Per cuocere le carni al salto e la loro salsa |
Sautoir (casseruola bassa ad un manico) in rame rivestito di acciaio |
A questo elenco vogliamo aggiungere la pietra ollare che consente la cottura di pesci o carni e soprattutto garantisce una grande convivialità intorno alla tavola, aspetto da non sottovalutare.
Autore: Loretta Sebastiani
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