Loretta Sebastiani

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Arte del ricevereGalateoIl luttoIl lutto: stretto, mezzo o niente?

Il lutto: stretto, mezzo o niente?

Cosa dice il galateo sul lutto e sul comportamento da tenere?

Il lutto e il galateo. Anche in questo caso il mio consiglio è adattarsi alla cerchia di persone che normalmente frequentiamo. In caso contrario rischiamo di essere un pesce fuor d'acqua. Ed è proprio questo che il galateo che preferisco, cioè il bon senso, ci invita a fare. Cominciamo con le regole del galateo, molto rigide e severe.

Cosa dice il galateo

  • - Sei mesi di lutto stretto e tre mesi di mezzo lutto in caso di perdita del coniuge, dei genitori, dei suoceri o dei figli.
  • - Il periodo di lutto si riduce a tre mesi per fratelli, sorelle, nonni, cognati, generi e nuore.
  • - Il lutto implica per le donne vestirsi di nero con calze nere in inverno, grigie d'estate e comunque trasparenti. D'estate ci si può vestire di bianco, eventualmente con accessori neri o viola. Per accessori vanno intesi borsetta, scarpe, cintura, foulard, sciarpa ... Naturalmente niente gioielli.
  • - Invece nel periodo di mezzo lutto sono consentiti i seguenti colori: bianco, nero, grigio e viola. E si possono indossare le perle.
  • - Il lutto per gli uomini può essere espresso oltre che con un abbigliamento sobrio con un nastrino nero sul bavero della giacca oppure cravatta, calze e scarpe nere.

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Cosa dice il buon senso

Rileggendo queste regole vi sarete resi conto che ormai sono veramente rare le persone che le rispettano. Forse qualche vedova "inconsolabile" e "civettuola" che trova fascinoso il lutto con tanto di veletta.
Roba d'altri tempi.
Oggi osservare il lutto stretto e il mezzo lutto è anche più difficile per una serie di circostanze molto concrete:

  • - il nero è stato sdoganato dalla moda e molte donne lo amano visceralmente per cui dovrebbero essere in lutto una buona parte delle esponenti del sesso femminile e questo non mi risulta;
  • - il viola è un colore molto di moda in questi ultimi tempi e non rispecchia più quindi il mezzo lutto;
  • - le persone sul posto di lavoro sono spesso invitate a vestire secondo linee di stile aziendale o secondo il tipo di attività che svolgono;
  • - non sono questi i tempi in cui uno può chiudere nell'armadio tutti i suoi vestiti e rifare completamente il guardaroba;
  • - e infine l'aspetto più importante: il lutto si porta nel cuore. Non è un un vestito che testimonia il dolore ma il comportamento.

E su questo ultimo punto io avrei anche qualche altra cosa da aggiungere.

Non giudichiamo le persone per il loro comportamento. Certo andare in discoteca o ad un ballo in maschera i giorni immediatamente successivi aver seppellito una persona cara non depone a favore di un grande dolore. Ma personalmente non avrei nulla da obiettare se un gruppo di amici trascina fuori casa chi ha perso il consorte o un genitore per una serata al ristorante o ad una rappresentazione teatrale. A volte distrarsi in modo sereno con chi ci vuole bene aiuta a superare il buio e il tunnel del dolore sordo.

È normale che i parenti e gli amici si ritrovino subito dopo il funerale e si pensi anche al cibo. È il bisogno di trovare conforto a vicenda. E in questo ritrovarsi ci sta anche andare a cena fuori o mettere insieme le forze portando "nella casa dove c'è stato il morto" ogni genere di cibo magari preparato in precedenza.
Ogni funerale è momento di riflessione per tutti ma è devastante per i parenti stretti. Una vera e propria prova, molto dura. È umano quindi cercare temporaneamente di distrarsi, almeno per un momento, circondati dall'affetto di chi ci ama.
Non è poi così astrusa l'abitudine americana di riunire tutti quelli che hanno partecipato al funerale organizzando un buffet. Astrusa e difficile da capire diventerebbe quando questo si trasformasse in una vera festa.

E la televisione? il computer? Fino alla fine del secolo scorso era buona abitudine tenere spenta la televisione anche pe qualche giorno dopo il funerale. Radio compresa. Il rumore non doveva disturbare le riflessioni sulla morte. Usanze del tempo che fu? forse per qualcuno anche di oggi. Non va bene neanche in questo caso dare dei giudizi. Non facciamolo. Rispettiamo i comportamenti di ciascuno. Quante volte abbiamo criticato e poi fatto le stesse cose?
C'è chi non riesce a stare a digiuno di notizie o lontano dai socialnetwork. Non per questo è meno addolorato. Per esempio può trovare conforto nella parola di amici lontani o virtuali.

Ma alora cosa è veramente fuori posto? il partner, inconsolabile a parole, che ha appena perso la compagna o il marito o la fidanzata e si fa vedere in dolce compagnia, in atteggiamento equivoco.
Chi ha perso un parente stretto, si definisce inconsolabile e chiede a tutti a quanto ammonta l'eredità.
Le scene isteriche e incontenibili a comando. A buon intenditore poche parole!

Loretta